User Experience, un concetto che influisce non poco sulla tua vita quotidiana. Lo sapevi?
Immaginati davanti al pc, in procinto di prenotare le vacanze estive. Il tuo entusiasmo è tale che non stai nella pelle all’idea di partire. Ma qual è il link che collega il tuo desiderio alla partenza?
La prenotazione, ovviamente!
Informarsi sugli orari di treni e aerei, prenotare il campeggio, un hotel, programmare con anticipo luoghi e attrazioni.
Ecco che, al solo pensiero, già l’umore comincia a scendere. Insomma, è normale innervosirsi davanti a siti disordinati, processi macchinosi, operazioni confusionarie e noiose.
Qual è la chiave giusta per rendere questo processo più efficace?
Tutto ciò è definito esperienza utente, qualcosa che tiene conto (soprattutto) del nostro benessere mentale! :’)
D’altro canto, che esperienza meravigliosa sarebbe prenotare il biglietto di un concerto o comprare le custodia per il nostro smartphone se tutto filasse liscio?
La User Experience (UX), si occupa di questo. Ne avevamo parlato qui annoverandola tra le professioni digitali emergenti.
Che cos’è la User Experience?
Questa disciplina si impegna a migliorare l’esperienza dell’utente nell’utilizzo di un prodotto o un servizio, analogico o digitale. La UX risulta ottimale quando l’utente riesce a usare il prodotto o servizio in maniera facile e intuitiva.
Chi di voi ha provato la piacevole esperienza di unboxing di un iPhone comprenderà bene di cosa stiamo parlando.
La User Experience nella vita quotidiana
La UX è studiata sia nel mondo offline che online (analogico e digitale).
Partiamo dall’analogico e consideriamo le porte, forse l’esempio più comune di User Experience.
Se vi trovate davanti a una porta e non riuscite a capire se per aprirla dovete tirare o spingere, allora potrete definirla Norman door.
Quest’espressione, che si rifà al professore di psicologia e scienze cognitive Donald Norman, nonché pioniere dello UX design, indica le porte che confondono l’utente in quanto mal progettate. Sostanzialmente, in questa categoria potrebbero tranquillamente rientrare tutte quelle porte che ci fanno imbarazzare in pubblico…
Un buon design dovrebbe suggerire chiaramente e senza esitazioni in che modo aprire una porta. Se ci troviamo davanti una maniglia, istintivamente la tireremo verso di noi (pull). Se al posto della maniglia ci fosse un pomello, probabilmente l’istinto ci porterebbe a ruotarlo (turn).
User Experience e siti web
In ambito digitale si è iniziato a parlare di User Experience sin dagli albori di Internet e successivamente con la creazione dei primi siti web.
Nelle piattaforme moderne la UX è di crescente rilevanza: quanto del nostro tempo trascorriamo on-line? Tanto.
Se l’ambiente digitale in cui navighiamo funziona male ed è poco chiaro, quanto questo può influire sulla nostra esperienza? Quanto la facilità d’uso di una piattaforma determina la tendenza a prediligere quel servizio piuttosto che un altro?
Unguess ci suggerisce che nel 2020 il 46% degli utenti aveva cambiato app per problemi di usabilità, mentre nel 2021 il numero è sceso al 39%. Un calo simile è stato registrato soprattutto sui siti web, dove dal 51% si è scesi al 41%.
Sono cifre consistenti che indicano come quasi la metà degli utenti di app e siti tende a cambiare applicazione o piattaforma se riscontra delle frizioni a livello di usabilità. La diminuzione di percentuale di anno in anno è però indice di come le aziende stiano investendo sulla qualità dei loro servizi digitali.
L’efficienza di questo sito sta nell’offrire in modo funzionale e chiaro le soluzioni alle esigenze dell’utente. Le informazioni sono disposte in modo ordinato e pulito e seguono una gerarchia utile. La funzione di ricerca permette di scegliere non solo luogo, date e numero di prenotazioni, ma anche tipo di sistemazione, comfort, ecc., riuscendo a prevedere i desideri delle persone.
Questo e altri siti ci dimostrano che anche l’occhio (oltre all’interesse per il contenuto) vuole la sua parte.
L’estetica applicata alla UX è competenza dello User Interface designer.
L’UI designer non si occupa dell’usabilità di prodotti e servizi ma di come questi ultimi si presentano dal punto di vista visivo. È bene comunque che chi studia UX disponga delle basi di UI (e viceversa), perché l’uso di colori, bottoni, menu a tendina, foto ed elementi stilistici influisce sugli utenti così come la capacità di orientarsi e la facilità di utilizzo.
Alcuni strumenti degli addetti ai lavori
Esistono tantissimi passaggi propri dell’ecosistema digitale che, senza nemmeno rendercene conto, influiscono sul nostro umore.
L’UX può migliorare l’esperienza di:
1. Pagine di errore: se qualcosa va storto, sicuramente puntare sull’umorismo è un’ottima scelta. Mostrarsi amichevoli, soprattutto nel “momento del bisogno”, avvicina l’utente all’azienda che offre il servizio;
2. Processi d’acquisto: una semplice barra di progressione fa capire all’utente quanto tempo ci impiegherà per terminare il procedimento, e soprattutto ricorda i passaggi già completati;
3. Engagement: c’è una branca dello User Experience che prende il nome di UX writing. Adottando (in maniera onesta) queste tecniche, che combinano tra loro aspetti di scrittura efficace e teorie psicologiche, il coinvolgimento dell’utente è assicurato. Lo scopo è sempre essere concisi (la soglia dell’attenzione dell’utente medio cala di anno in anno) e chiari (cercando di evitare inutili complicazioni).
Conoscete la piramide dei bisogni di Maslow?
È un modello motivazionale dello sviluppo umano basato su una gerarchia di bisogni, disposti a piramide, in base alla quale la soddisfazione dei bisogni più elementari è condizione necessaria per fare emergere quelli di ordine superiore.
Ne esiste una anche per la web usability.
Questa figura presenta alla base le funzionalità del sito. Sullo scalino superiore si posiziona l’affidabilità, segue l’usabilità e, sulla cima, la gradevolezza.
Quest’ultima comprende elementi come quelli a cui abbiamo accennato sopra: un buon layout, umorismo ammiccante, e così via.
Farsi guidare dai modelli appena descritti, che ci insegnano sia aspetti alle fondamenta che caratteristiche più superficiali (non per questo meno importanti), consente di instaurare un solido rapporto di fiducia e consenso tra azienda e cliente finale.
Se vi intendete di marketing, saprete che è proprio questa la chiave del successo!