Parla così Federico Faggin, inventore del microprocessore, nonché pioniere della Silicon Valley. 

Essendo abituati a scenari distopici come quelli di Isaac Asimov e Philip Dick, o a prodotti seriali quali Black Mirror e Love Death Robots, capita di chiedersi se (e nel caso quando e quanto) la tecnologia potrà concretamente sostituire le capacità umane. In questo articolo parliamo di IA: l’Intelligenza Artificiale.

Tante parole sono già state spese sull’argomento in sé. Qui vorremmo invece concentrarci sul suo rapporto con la creatività.

È sempre bene partire dalle basi: definiamo dunque il concetto di creatività, per quanto esso sia sfuggente e ricco di sfumature:

Siamo soliti individuare i soggetti di tale azione in noi, esseri umani, ma limitandoci alla definizione appena data, alcune doti creative possono essere rintracciate anche nei sistemi di IA. 

Che si parli di immagini, canzoni o poesie, non è raro osservare esempi simili on-line: ormai da qualche mese stanno spopolando illustrazioni generate da computer, proprio come la copertina di questo articolo.

Siti come MidJourney e Dall-e sono sistemi smart.

Ricevuto un input testuale da parte di una persona, essi producono un output in maniera intelligente, ossia raccogliendo le informazioni dal web e aggregandole in base alle istruzioni date. Generano così un’immagine inedita del tema richiesto dotata delle caratteristiche “ordinate” al programma. 

Tenete a mente però che, per quanto i risultati che l’IA può raggiungere siano sbalorditivi – ne avete un esempio qui sotto -, dietro a essi c’è sempre una mano umana che ha impartito i comandi. 

Il sito OpenAI è un altro esempio interessante: funziona da “aggregatore” di ricerca sviluppato con lo scopo di promuovere e migliorare servizi di IA, di cui potranno beneficiare anche le generazioni future.

Tre ragazze vestite in lungo si rivolgono verso un grande oblò panoramico
Un esempio di illustrazione realizzata su Midjourney.
Creatività umana e artificiale: simili o distanti?

L’essere umano non può creare qualcosa che non esiste, poiché attingerà sempre da un repertorio di “dati esistenti”, per l’appunto: forme, colori, suoni o sensazioni che già conosce o che ricorda.  

Anche se i dati a cui attingerà una macchina nel processo di creazione possono combaciare con ricordi “trascritti” dall’uomo, questi saranno sempre freddi e privi dell’elemento “emotivo” tipico di un pensiero o di un’idea. 

La complessità di opere create da registi, artisti e scrittori è frutto di conoscenze ed esperienze, fisiche e mentali, processate da un cervello complesso. 

Baba Shiv, docente di marketing presso la Stanford Graduate School of Business, studiando le modalità di funzionamento delle strutture neurali, ha evidenziato che i processi creativi sono favoriti da una specifica “miscela chimica” nel nostro cervello. Secondo Shiv, avviene una maggiore produzione creativa quando, nel cervello, si registra un alto livello sia di serotonina che di dopamina: “Questo produce una condizione in cui la persona è calma, concentrata e mentalmente eccitata”.

Pertanto, prima di considerare a priori l’IA come potenziale rivale della creatività umana, è importante riflettere sull’unicità del funzionamento del cervello, un sistema complesso di processi biochimici nemmeno lontanamente replicabile.

Intelligenza artificiale come “collaboratrice” creativa

E se inquadrassimo l’intelligenza artificiale come risorsa piuttosto che come minaccia?

A noi di Digityze piace concentrarci sui lati positivi delle tecnologie: ci focalizziamo sul loro fascino e la loro utilità.

Vediamo dunque come la nostra creatività possa beneficiare dall’IA.

La rivista Harvard Business Review Italia ha scritto un interessante articolo a riguardo. Di seguito ne accenniamo qualche punto:

  • Agevolazione: l’avanguardia tecnologica rende l’IA in grado di eseguire dei compiti ripetitivi e deterministici al posto dell’utente, permettendo così di dedicare più tempo alla parte creativa. Nella realizzazione di un film, ad esempio, il 99% della fase di montaggio è basata sull’analisi di centinaia di ore di video; l’uso della tecnologia come assistente dell’operatore umano appare di grande rilevanza per questo genere di attività;
  • Ispirazione: grazie alla combinazione di set di dati eterogenei, i sistemi di intelligenza artificiale possono suggerire nuove soluzioni utili, svolgendo in tal modo il ruolo di collaboratori “illuminati” dello spirito creativo umano. Tutto ciò ci permetterebbe di dedicarci in maniera più attenta all’esplorazione di nuove logiche, opportunità e stimoli, invitandoci a ragionare sempre più “out of the box”;
  •  Innovazione: basandosi su analisi innovative dei dati esistenti, l’intelligenza artificiale può generare nuove idee che, ancora una volta, possono ispirarci, oppure fornirci nuovi strumenti che allarghino i nostri orizzonti creativi.
Diversi artisti non si sono fatti intimidire dalle potenzialità dell’intelligenza artificiale: qui potete vedere come l’hanno implementata all’interno della propria arte.